MotoGP, la storia del GP d’Italia: sempre presente nel Motomondiale dal 1949

1949-2021

È un record molto particolare quello che spetta al nostro Paese dopo e nonostante le disgrazie della pandemia di COVID-19. L’anno scorso la gara del Mugello saltò a causa della pandemia per la prima volta dal 1991ma l’Italia fu in grado comunque di organizzare le due gare di Misano, mentre agli olandesi e agli inglesi non fu, purtroppo, possibile. L’Olanda e la Gran Bretagna erano gli unici Paesi, assieme al nostro, ad aver ospitato almeno un GP all’anno dal 1949, anno di istituzione del mondiale.

Olanda

Assen, il tempio del motociclismo, dovette alzare bandiera bianca dopo 71 edizioni consecutive, disputate su un tracciato che negli anni è passato dai 16 km e mezzo degli anni ’50 ad un moderno impianto che misura un quarto della lunghezza originale, con tutti i requisiti di sicurezza richiesti dalle gare del 21° secolo.

 

Gran Bretagna, nel ’77 il debutto di Silverstone

Per la Gran Bretagna invece, i circuiti che hanno ospitato il motomondiale dal 1949 al 2019 sono diversi: il TT dell’Isola di Man e Belfast erano un doppio appuntamento negli anni ’50 e ’60, fino alla decisione drastica di eliminare il “Mountain Circuit” di 60 km del TT (Belfast terminò la sua corsa nel 1970). Il leggendario tracciato britannico è sempre stato ritenuto pericoloso, ma divenne -troppo- pericoloso anche per gli standard modesti di sicurezza degli anni ’70, e il motomondiale approdò nel 1977 a Silverstone. Il tracciato inglese non divenne, al contrario della F.1, un’icona per le moto: nel 1987 gli fu preferito Donington, che rimase la sede del GP di Gran Bretagna fino al 2009, quando gli subentrò un rinnovato Silverstone e per Donington cominciarono problemi amministrativi trascinatisi per diversi anni.

Fonte: Sky Sport – Sky.it

Autore dell'articolo: Redazione